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Nekdo je rekel-Qualcuno ha detto

NEKDO JE REKEL-QUALCUNO HA DETTO

Moj ples ni prav nič kulturna stvar.

Jaz plešem na robu,

kjer me še lahko vidiš,

tam, kjer se zgodijo stvari.

Med verzi puščam veliko prostora,

ker vem, da veš, da vem,

da znaš čakati

Včasih se spotikam,

ko sledim odmevom

v igri dima in ogledal.

QUALCUNO HA DETTO

La mia danza non è un fatto culturale

Io danzo di lato

Lì dove mi vedi ancora

Lì dove accadono cose

Lascio molto spazio di tra i versi

Perché so che tu sai che io so

Che tu sai attendere

Certe volte inciampo

Quando seguo gli echi

Nel gioco del fumo e degli specchi

Ma vado avanti

Si specchia l’autunno nella primavera

Nel surriscaldamento della gente, delle lampadine

Nel termometro stordito

Nel dondolio

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In Antartide si è staccato un iceberg grande 10 volte Milano

Quasi 256 miliardi di tonnellate di ghiaccio si sono staccate dalla piattaforma Brunt, in Antartide. Quello che ormai è un nuovo iceberg da circa 1.500 chilometri quadrati, circa 10 volte la superficie di Milano, si è formato lungo una crepa nota come Chasm-1, in un evento non legato al cambiamento climatico, ma parte del ciclo naturale della piattaforma glaciale.

Si tratta del secondo massiccio iceberg nato da una frattura dalla piattaforma Brunt in Antartide in circa tre anni. Il primo si era staccato nel febbraio 2021 e all’epoca rappresentava il più grande distacco mai avvenuto dall’inizio delle rilevazioni avvenuto negli anni Settanta. L’iceberg denominato A-74 aveva infatti una superficie di circa 1.270 chilometri quadrati, ma è stato surclassato dal blocco fratturatosi pochi giorni fa, nella notte del 22 gennaio 2023.

Secondo le dichiarazioni del geologo Dominic Hodgson, rilasciate a Gizmodo, questi movimenti rappresentano una sostanziale riconfigurazione della piattaforma Brunt e della costa dell’Antartide. La piattaforma glaciale si trova a est della catena montuosa transantartica del continente glaciale e ospita la stazione di ricerca Halley VI del Regno Unito.

Trattandosi di una delle piattaforme più monitorate, i ricercatori attendevano da anni un evento di questo tipo e nel 2016 la stazione di ricerca è stata spostata di 23 chilometri nell’entroterra per evitare pericoli al personale umano. Ora, secondo le analisi del British antartic survey (Bas), organizzazione di ricerca sull’Antartide, il nuovo iceberg senza nome dovrebbe cominciare a spostarsi lungo la corrente antartica, seguendo il suo predecessore A-74…continua https://www.wired.it/article/antartide-iceberg-grande-10-volte-milano/

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Proverbio

 Le bugie hanno le gambe corte.

Le menzogne si scoprono subito, hanno le gambe corte e non possono andare lontano.

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Cittadinanza italiana per il medico aggredito a Lignano

Ha ricevuto la cittadinanza italiana Andi Nganso, il medico del pronto soccorso di Lignano Sabbiadoro vittima, lo scorso agosto, di un grave episodio di razzismo da parte di un suo paziente che lo aveva insultato pesantemente, accusandolo di “portare malattie” per il colore della sua pelle.

Dopo 16 anni, il dottore 32enne di origini camerunensi, referente Public Health per la Croce Rossa Italiana, il 22 dicembre ha ricevuto l’attestato. Con un post su Facebook ha raccontato il traguardo raggiunto. “Stamattina ho giurato sulla Costituzione italiana fedeltà alla Repubblica. Acquisisco così, dopo 16 anni, la cittadinanza italiana”, ha scritto Nganso.

“Sono nato una seconda volta a Varese, la mia Città, dove ho percepito per la prima volta che da adulto stavo mettendo in pratica i principi di civiltà, solidarietà e famiglia insegnatimi dai miei genitori. Varese è dove ho conosciuto una seconda famiglia con la quale condivido un legame che supera la biologia e le latitudini – prosegue il medico -. Sono nato una seconda volta nelle aule della facoltà di medicina all’università dell’Insubria dove ho costruito buona parte dei rapporti di amicizia e di affetto grazie ai quali sono maturato come uomo e professionista”.

E poi ancora: “Sono stati anni di costruzione e di rafforzamento di un’identità complessa, mista, elaborata e orgogliosa. Sono stati anni di lotta, accettazione e di acquisizione di consapevolezza. L’Italia è il nido dal quale ho deciso di permettere alla mia energia di fiorire sul mondo. Sono felice di poterlo fare con maggior serenità da oggi – spiega il dottore -. Voglio ringraziare tutte le anime amiche che mi hanno tenuto per mano fino a oggi. Sono immensamente grato per l’affetto e l’amore dei miei genitori che hanno saputo reagire alla trasformazione di tutti i loro figli, nati camerunensi e diventati cittadini afroeuropei”.

“Stamattina ho giurato sulla Costituzione italiana che il mio impegno per la giustizia sociale non finirà. L’istituto per la Cittadinanza rimane in Italia e in Occidente uno strumento di esclusione che racconta e rafforza le disparità tra i popoli”. E poi una dedica speciale. “Dedico questa giornata al milione di Italiani senza cittadinanza”.

Foto tratta dal profilo Facebook di Ngansohttps://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/cittadinanza-italiana-per-il-medico-aggredito-a-lignano/2/275652

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Dall’8 dicembre apre la stagione, ma si scia solo a Sella Nevea

In Friuli Venezia Giulia da giovedì 8 a domenica 11 dicembre si torna a sciare nel solo comprensorio di Sella Nevea, che aprirà una parte delle piste e alcuni impianti di risalita, quali la telecabina Canin, la seggiovia Gilberti e la funivia del Prevala. A Tarvisio e a Piancavallo saranno aperti rispettivamente la telecabina del Lussari e la seggiovia Tremol1, ma con accesso consentito solo ai pedoni.

Data l’apertura parziale delle piste, PromoTurismoFvg ha deciso di applicare uno sconto del 30 per cento sull’acquisto degli skipass giornalieri e plurigiornalieri: tenendo conto del periodo di bassa stagione, il giornaliero adulti passerà da 28 a 19,60 euro.

Le condizioni meteo non hanno consentito di aprire le altre località sciistiche: il prossimo aggiornamento è fissato per domenica pomeriggio e già dalla prossima settimana le aperture potrebbero subire modifiche, in attesa dell’apertura completa degli impianti.

“La stagione invernale parte con un risultato estremamente positivo: la prevendita si è conclusa il 4 dicembre con risultati record. Sono stati infatti 9.181 gli skipass emessi, con un incasso pari a 1.345.072 euro. Sono dati importanti che testimoniano il successo della strategia adottata da PromoTurismoFvg e basata su sicurezza e qualità delle piste e prezzi altamente competitivi rispetto agli altri comprensori dell’arco alpino. Basti pensare che nella scorsa stagione gli skipass emessi erano stati 6.509, con un incasso totale pari a 785.163 euro. Si tratta dunque di una crescita di incasso pari al 71 per cento”. A renderlo noto è l’assessore regionale alle Attività produttive e turismo, Sergio Emidio Bini.

“Quello del Friuli Venezia Giulia non è un caso isolato – ha specificato Bini -. Il meteo poco favorevole sta infatti condizionando l’avvio della stagione in tutto l’arco alpino, costringendo molti comprensori a rimandare le aperture programmate. Ne sono un esempio l’area del Cansiglio, Madesimo e Cortina”.

DOVE SI SCIA. Da giovedì a domenica, come anticipato, solo Sella Nevea sarà in grado di aprire agli sciatori per il ponte dell’Immacolata, in cui saranno operativi la telecabina Canin, la seggiovia Gilberti e il Funifor Prevala con le piste CAI1, Gilberti e Prevala. In considerazione del fatto che il comprensorio sloveno non aprirà prima del 20 dicembre, non saranno accettati gli skipass emessi da Bovec.

Le attuali condizioni meteo, con le abbondanti piogge e le temperature elevate, e le previsioni, verificate nel corso di un incontro questa mattina tra i responsabili dei poli del Friuli Venezia Giulia, non permettono alle altre località turistiche della regione di garantire il servizio, con l’unica eccezione di Tarvisio, con la telecabina del Lussari, e Piancavallo, con la seggiovia Tremol1, che – accanto agli impianti di risalita di Sella Nevea Funifor Prevala e telecabina Canin aperti a sciatori e pedoni – saranno accessibili ai soli pedoni per consentire passeggiate ed escursioni ad appassionati e turisti. A Ravascletto/Zoncolan sarà aperta la funivia di Ravascletto, che consentirà agli appassionati dello sci di fondo di testare per la prima volta il nuovo anello in quota: si potrà salire pagando il biglietto di andata e ritorno dell’impianto. I poli di Forni di Sopra/Sauris e Sappada/Forni Avoltri rimarranno invece chiusi.

A PIANCAVALLO L’EXTRA SCI. L’8 dicembre sarà anche la data di apertura del palaghiaccio di Piancavallo: grazie all’accordo tra PromoTurismoFvg e i gestori dell’impianto sportivo, la Cooperativa Piancavallo 1265, l’impianto sarà operativo per l’inverno 2022/2023. Gli orari e le giornate di apertura, tutte consultabili sul sito (piancavallo1265.com/impianti-sportivi/palaghiaccio-piancavallo/), varieranno a seconda dei periodi: dall’8 all’11 dicembre e 17 -18 dicembre il Palapredieri sarà accessibile il sabato (10-12/13.45-19/20.30-22.30) e la domenica (10-12/13.45-19), dalla vigilia di Natale all’8 gennaio sarà aperto tutti i giorni (10-12/13.45-19/20.30-22.30), per poi modificare gli orari di apertura a gennaio. Sempre a Piancavallo sarà aperto il bob su rotaia, mentre il parco Nevelandia di Sappada rimarrà al momento chiuso al pubblico, in attesa di successive indicazioni.

DOVE ACQUISTRE LO SKIPASS. Il ticket giornaliero, lo sci@ore e tutte le altre tipologie di skipass sono acquistabili alle casse del polo di Sella Nevea. Inoltre, secondo le normative entrate in vigore lo scorso anno per aumentare la sicurezza sulle piste, continuano a vigere l’obbligo dell’utilizzo del casco per i minori di 18 anni, il possesso di una polizza assicurativa per responsabilità civile contro terzi (PromoTurismoFVG offre la possibilità di acquistarla in abbinata allo skipass con una maggiorazione di 3 euro) e il divieto di sciare o praticare sport invernali in stato di ebbrezza in conseguenza di uso di bevande alcoliche e di sostanze tossicologiche.

Per tenersi aggiornati sulle aperture degli impianti e delle piste è sempre possibile consultare il sito InfoNeve, il prossimo bollettino aperture è in programma nel tardo pomeriggio di giovedì per le novità del fine settimana.

https://www.ilfriuli.it/articolo/viaggi/dall-8-dicembre-apre-la-stagione-ma-si-scia-solo-a-sella-nevea/11/274787?fbclid=IwAR3RvXlV27uyPfNZNsAjr5nbp1foPsUXoFZHJ1ZDoDAlZeulh1vR0jQEy6s

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#Impara l’Arte e cucinala ad Arte – Learn the Art and cook it to Art — The sense

Impara l’Arte e cucinala ad Arte Un gioco di parole che ben si sposa con la filosofia del proprietario del Ristorante Grimani, sito in via Mula 5 a Palmanova (UD) nella città a forma di stella del Friuli (Italia).Questa perla incastonata nella stella, è uno scrigno di sorprese che spaziano dal titolare allo staff e […]

#Impara l’Arte e cucinala ad Arte – Learn the Art and cook it to Art — The sense
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Aquileia, le grandi terme svelano due settori inesplorati

Un vasto settore con vasche, mosaici e fontane e un’ampia area destinata ai bagni di acqua calda portati alla luce nelle ultime ricerche dell’Università di Udine

28 novembre 2022

Due nuove “perle” delle Grandi Terme romane di Aquileia, costruite nella prima metà del IV secolo d.C., sono state portate alla luce negli ultimi scavi fatti dalla missione archeologica dell’Università di Udine nell’area. Si tratta di un vasto ambiente che ospitava grandi vasche, mosaici e fontane e di un’ampia area dell’abside (ambiente semicircolare) del calidarium, la zona destinata ai bagni in acqua calda. Le indagini si sono concentrate in due settori del grande edificio termale: quello a sud est, dove lo scavo prosegue da alcuni anni, e quello a ovest, in un settore nuovo, nell’area degli ambienti riscaldati.

Le ricerche sono state condotte su concessione ministeriale, in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia-Giulia e in collaborazione scientifica con Cristiano Tiussi, direttore di Fondazione Aquileia, che ha assicurato il sostegno economico allo scavo.

Il cantiere-scuola

La campagna di scavi è stata condotta, a settembre e ottobre, da un gruppo di ricerca del dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, diretto da Matteo Cadario, coadiuvato da Marina Rubinich. Alle ricerche hanno partecipato 25 studentesse e studenti dei corsi di laurea triennale, in Beni culturali, e magistrale, in Archeologia e Culture dell’antichità, e della Scuola interateneo di specializzazione in beni archeologici. “Tutte le attività di scavo, documentazione e lavaggio dei materiali – sottolineano Cadario e Rubinich – sono state svolte anche allo scopo di preparare al meglio i futuri archeologi ad agire in un cantiere”.

Vasche e fontane

Nel settore nord-orientale è stato messo in luce un ambiente di oltre 200 metri quadrati che, nella prima fase delle terme (IV secolo d.C.), ospitava grandi vasche e forse fontane. L’elemento più impressionante è la poderosa fondazione dell’ambiente in calcestruzzo e grossi frammenti di colonne reimpiegate, prevalentemente in marmo cipollino. Sulla struttura, spessa oltre un metro e 60 centimetri, poggiavano vari strati di mattoni intorno a una vasca circolare di otto metri di diametro. Vasche, nicchie e pareti dovevano essere decorate con tessere musive in vetro colorato e lastre sagomate di marmi pregiati, i cui resti si trovano nei riempimenti della fase successiva.

Tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, infatti, la vasca circolare fu colmata e l’ambiente ricoperto da un mosaico a grandi tessere con un reticolo di quadrati contenenti grandi fiori stilizzati. Si creò così un nuovo vano rettangolare, lungo 15 metri, che fa parte di una importante ristrutturazione non solo di questo lato nord, ma anche di quello sud, a ben 140 metri di distanza.

Le sistematiche spoliazioni delle strutture murarie condotte a partire dal tardo Medioevo hanno asportato tutti i muri fino a notevole profondità, rendendo molto difficile la lettura delle diverse fasi. Tuttavia, qualche raro documento dell’antico lusso dei frequentatori delle Grandi Terme si è salvato. Tra questi un grano di collana in vetro a stampo con una minuscola testina femminile databile, per la sua acconciatura, al III secolo d.C., rinvenuto proprio in uno di questi riempimenti. Lo scavo in quest’area è stato guidato da Marina Rubinich, con il supporto di un piccolo nucleo di professionisti, studenti e specializzandi affidato a Luciana Mandruzzato.

Il calidarium

Nel nuovo scavo nel settore occidentale, che ha interessato un’area di circa 150 metri quadrati, è stata messa in luce quasi completamente l’ampia abside del calidarium, la parte delle terme destinata ai bagni in acqua calda e di vapore, con cui l’edificio si concludeva. Dell’abside dissestata dai crolli delle volte e priva del muro di fondo asportato successivamente, si conserva la massiccia preparazione del pavimento, caratterizzata dall’inserimento di centinaia di lastrine in marmi colorati. L’identificazione del calidarium è assicurata dalla presenza del doppio sistema di riscaldamento a ipocausto (pavimento sopraelevato sostenuto da pilastrini lapidei) e a parete (intercapedine formata da grandi tubuli fittili rettangolari). Entrambi erano alimentati dalla circolazione di aria calda proveniente dai forni.

Intorno all’abside è stata poi riconosciuta la presenza di una piattaforma in laterizi, ampiamente spoliata, pertinente ad ambienti di servizio, tra cui almeno due praefurnia (i forni dove si bruciava la legna), gli imbocchi dei quali sono stati parzialmente messi in luce. La presenza di spessi livelli di bruciato nell’ipocausto e il deterioramento dei pilastrini dovuto al forte calore dimostrano che il calidarium è stato utilizzato a lungo. E questo nonostante le dimensioni e gli alti costi del suo funzionamento, il che costituisce un’ulteriore prova della vitalità dell’Aquileia tardoantica. Lo scavo nell’area, organizzato come cantiere-scuola, è stato eseguito da Chiara Bozzi e Federica Grossi, sotto la diretta supervisione di Matteo Cadario. “La scoperta dell’abside – spiega Cadario, docente di archeologia classica – consentirà in futuro di allargare lo scavo allo scopo di mettere in luce integralmente l’area riscaldata dell’edificio”.

“Le Grandi Terme con la loro imponenza rappresentavano un tratto distintivo della grandezza di Aquileia in età imperiale – spiega la Soprintendente del Friuli Venezia Giulia, Simonetta Bonomi –. Indagarne i resti e comprenderne lo sviluppo funzionale e costruttivo, come sta da tempo facendo l’Università di Udine, costituiscono sia una meritoria e importante impresa scientifica sia il presupposto imprescindibile per una futura valorizzazione”.

“I risultati dello scavo delle Grandi Terme sono per la Fondazione Aquileia – sottolinea il direttore, Cristiano Tiussi – di grande importanza perché la prospettiva della valorizzazione di questo straordinario ed enorme edificio dovrà rappresentare, per tutti noi, una sfida ineludibile in un futuro non troppo lontano”.

L’Università di Udine ad Aquileia

La presenza dell’Ateneo friulano alle Grandi Terme è ormai consolidata da due decenni e nelle campagne di scavo annuali si sono formati oltre 600 studenti di archeologia. Dal 2016, anno della prima concessione di scavo dal Ministero, allora dei beni e delle attività culturali, fu avviata una nuova e proficua collaborazione con la Soprintendenza e la Fondazione Aquileia, che aveva appena acquisito l’area in gestione.

Storia e caratteristiche dell’edificio

Le Grandi Terme di Aquileia, o Thermae felices Constantinianae, come sono chiamate nell’iscrizione di una base di statua di Costantino rinvenuta nell’area, furono costruite (o completate) per volontà di Costantino stesso nel corso dei primi decenni del IV secolo d.C. Allora Aquileia era uno dei porti principali del Mediterraneo e ospitava spesso l’imperatore. La loro collocazione nella zona sud-occidentale della città, nella località detta poi Braida Murada adiacente a Via 24 Maggio, tra l’anfiteatro e il teatro, suggerisce la progettazione di un grande quartiere dedicato all’otium e alle attività ludiche, protetto dalle nuove mura tardoantiche. Gli scavi dell’Università di Udine, ricollegandosi a quelli condotti dalla locale Soprintendenza archeologica nel corso del ‘900, hanno permesso di ricostruire un edificio “fuori scala” anche per una città importante come Aquileia, con elevati superiori a 10 metri e con un’estensione pari a circa 2,5 ettari (25.000 metri quadrati), paragonabile quindi solo alle grandi terme imperiali pubbliche costruite a Roma da Caracalla, Diocleziano e Costantino stesso.

Un intervento di questa portata dimostra la volontà di Costantino di dotare anche Aquileia, come le altre città divenute residenze imperiali alla fine del III sec. d.C. (Milano, Trier, Arles, Antiochia), di una magnifica struttura termale, adeguata al suo ruolo strategico e degna della frequentazione della corte. Nelle terme imperiali l’edificio era organizzato intorno a un asse centrale formato dalle aule che offrivano di bagnarsi consecutivamente in acque di temperature diverse (calda, tiepida e fredda) secondo il modello di pratica balneare peculiare del mondo romano.

Gli scavi hanno finora rivelato: ampi saloni pavimentati con raffinati mosaici policromi geometrici e figurati o in tarsie di pietre e marmi multicolori; l’enorme frigidarium, con le sue grandi vasche per i bagni freddi; la parte centrale della grande piscina (natatio) lastricata in cui si poteva nuotare; gli ambienti del settore nord-orientale, dove è ancora visibile la sovrapposizione di tre fasi successive con i rispettivi mosaici; alcuni ambienti riscaldati del settore occidentale.

In particolare, dalla grande aula nord provengono i mosaici di eccezionale pregio oggi conservati al Museo archeologico nazionale di Aquileia e raffiguranti soggetti marini e atletici. Ossia i temi caratteristici della decorazione delle terme imperiali, dove erano previsti spazi per agonismo e training sportivo. Le didascalie in greco provano l’intervento di raffinate maestranze di origine greca/orientale.

I rifacimenti e i restauri dei mosaici dimostrano che le terme costantiniane continuarono a vivere fino al termine del V secolo d.C., anche oltre il famoso saccheggio di Attila del 452 d.C. Tra il VI e il VII secolo i ruderi furono riutilizzati a fini abitativi da piccoli nuclei familiari e, dopo il definitivo abbandono e il crollo delle volte e degli elevati, diventarono una grande cava di pietre e mattoni da riutilizzare come materiale da costruzione o da cuocere per ottenere calce.

La spoliazione dei resti delle terme si intensificò in età tardomedievale (XIII-XIV secolo), eliminando tutti i resti delle strutture fino alle fondazioni dei muri. Così si trasformò completamente l’aspetto del sito, che prima dell’inizio degli scavi moderni si presentava come un campo coltivato, proprio grazie a grandi riporti di terra disposti sulle macerie.

Oggi delle terme si conservano quindi solo i pavimenti e le trincee di spoliazione dei muri depredati fino all’età moderna.

Varie zone dell’edificio sono state indagate più volte nel corso del XX secolo dalla locale Soprintendenza e da alcuni dei nomi più noti dell’archeologia aquileiese: Giovanni Battista Brusin (1922-1923); Luisa Bertacchi (1961); Paola Lopreato (1980-1987). “Gli scavi del ‘900 – spiegano Cadario e Rubinich – furono però pubblicati solo in parte e soltanto con le nuove metodologie di scavo stratigrafico, introdotte nel 2002 con l’inizio delle attività dell’Ateneo udinese, è stato possibile ricollegare i nuovi ritrovamenti a quelli pregressi e indagare non solo le fasi di epoca romana, ma anche quelle che dal Medioevo a oggi hanno reso il sito un paesaggio prevalentemente agricolo”.

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Banksy, il ‘grande comunicatore’ in mostra a Trieste

Trieste si prepara ad accogliere i visitatori alla grande mostra dedicata a Banksy, uno degli artisti più popolari e controversi del panorama contemporaneo. The Great Communicator. Banksy – Unauthorized exhibition, a cura di Gianni Mercurio e organizzata da PromoTurismoFvg in collaborazione con Madeinart, è in programma dal 25 novembre 2022 al 10 aprile 2023 al salone degli Incanti di Trieste. In questa esposizione, si intende condurre l’attenzione per la prima volta su un aspetto fondamentale del writer di Bristol, non ancora indagato da altre mostre e che probabilmente ha avuto un ruolo chiave nel suo percorso artistico: la sua capacità di grande comunicatore, ruolo quanto mai attuale anche alla luce delle sue opere recentemente rivendicate in Ucraina. È proprio dalla sua abilità di comunicare e di utilizzare in modo unico i canali di comunicazione del suo tempo, dai social media alle vere performance live per raccontare la sua arte, che nasce la necessità di questa mostra. Il percorso espositivo si compone di cinque sale con oltre una sessantina di opere originali che ripercorrono il notevole lavoro di Banksy: dalle sue radici e ispirazioni, fino ai giorni nostri.

L’esposizione

La mostra si apre con una prima sala con opere di artisti e di movimenti a cui l’autore si è ispirato, tra cui Keith Haring, Andy Wharol e Blek le Rat, oltre ai poster del maggio francese dai quali Banksy ha ripreso il minimalismo, la comunicazione delle rivolte e l’uso dello stencil, ma anche le opere legate ai situazionisti e al concetto di comunicazione di massa. Infine i graffiti della New York anni Ottanta, fondamentali per i murales. La seconda sala propone una riproduzione dello studio di lavoro di Banksy con i materiali utilizzati oltre all’esposizione di opere che fanno riferimento alla società britannica con l’obiettivo di comunicare una forte critica al suo paese come un iconico ritratto di Winston Churchill con una cresta punk.

Si continua con l’opera intitolata Devolved Parliament che rappresenta il parlamento inglese composto da scimmie al posto dei deputati, e ancora, alcune opere con i topi, animali che spesso tornano nelle opere di Banksy e che assumono una dimensione metaforica. La terza sala si focalizza invece sulle proteste e sul capitalismo dove è possibile ammirare tra le varie opere il celebre lanciatore di fiori. Proseguendo nella quarta sala ci si sofferma sul tema della guerra e della violenza. La sua è una posizione umana a 360 gradi, più che un impegno politico è una lotta culturale contro la guerra e contro le logiche che la producono. I suoi messaggi sono spesso un invito alla resistenza, cioè un’opposizione alle cause, come unico modo per scongiurarne gli effetti.

In questa sezione troviamo esposta la celebre opera Napalm con la bambina vietnamita in fuga dal bombardamento mano nella mano con due mascotte dell’entertainment nel mondo contemporaneo, oltre a un’area dedicata al racconto delle sue più celebri performance come il Walled Off Hotel a Betlemme situato di fronte al muro che separa Israele e Palestina, un vero e proprio hotel che ospita opere d’arte di Banksy e installazioni, e poi un negozio, ironicamente denominato Wallmart, evocando la multinazionale statunitense proprietaria della catena di negozi al dettaglio Walmart, che fornisce i materiali necessari ai clienti che vogliono dipingere sul muro adiacente. Spazio anche alla musica, che ha rappresentato per Banksy un aspetto importante della sua carriera di artista e della sua stessa vita con 37 copertine originali di dischi. Nella quinta e ultima sala, attraverso un’installazione multimediale, saranno proiettati video sul lavoro dell’artista e i murales nella loro collocazione originale.https://www.wired.it/banksy-mostra-trieste-grande-comunicatore/