Pubblicato in: piante

La stella di Natale

di Alessandro Squizzato

L’Euphorbia pulcherrima nota come Poinsettia o Stella di Natale è una pianta ornamentale che appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae. La pianta è originaria del Messico. Il nome “Poinsettia” deriva da Poinsett, il primo Ambasciatore degli Stati Uniti appunto in Messico, il quale introdusse la pianta negli Stati Uniti nel 1825. “Pulcherrima” deriva dal latino e significa “bellissima”.

In natura riesce a raggiungere e superare l’altezza di 3 – 4 metri. Si tratta di un arbusto che, nelle regioni d’origine, a clima caldo, prospera nelle foreste tropicali dal sud di Sinaloa lungo l’intera costa del Pacifico, fino al Guatemala.

La sua bellezza è senza dubbio la fioritura ma, al contrario di quello che si può pensare, il suo fiore non sono le foglie colorate ma bensì quelle piccole gemme, i “ciazi”, di colore verde-giallo prive di petali che compaiono per tutta la durata dell’inverno all’apice dello stelo. Le fogliecolorate si chiamano bratee e si colorano man mano che la pianta raggiunge la maturità.

È una pianta brevidiurna, la sua fioritura avviene in pieno inverno quando le giornate sono più corte.

Mi permetto di consigliarvi di non comprala solo gli ultimi giorni prima del Natale ma di godervela anche a inizio del mese di dicembre. Facciamo però molta attenzione al momento dell’acquisto.

La pianta deve essere visivamente sana, vivace, le bratee devono essere brillanti, esposte in un luogo luminoso ed asciutto, con temperatura controllata.

Quando portiamo a casa una Poinsettia, lasciamola imbustata per il minor tempo possibile perché le buste di plastica favoriscono la muffa o botrite, posizioniamola in una zona luminosa e protetta dalle correnti d’aria dell’inverno e lontana da fonti di calore. Non sopporta gli sbalzi di temperatura che possono causare la caduta delle bratee. La pianta si mantiene più a lungo quando è tenuta tra i 16 e i 18 °C. Può resistere anche a temperature più basse, è possibile posizionarla anche all’esterno nelle ore centrali della giornata ( 1-2 ore) per mantenerla robusta ma non sopporta il gelo.

La Poinsettia va irrigata quando il terriccio si asciuga. Per essere sicuri di ciò, è sufficiente alzare la pianta e constatarne il peso. Meglio irrigarla da sotto, tenendo d’occhio il sottovaso e svuotandolo dopo una decina di minuti dall’apporto idrico. https://www.facebook.com/vitaneicampi

Pubblicato in: friuli, piante

L’elleboro

ELLEBORO: ROSA DI NATALE

di Alessandro Squizzato

L’elleboro appartiene alla famiglia delle Ranuncolacee, conta circa 25-30 specie di perenni, la maggior parte a foglia sempreverde, alcune sono a foglia caduca. Abituato alle basse temperature, l’elleboro viene anche chiamato rosa di Natale o rosa d’inverno perché fiorisce tra dicembre e marzo. Lo possiamo trovare nelle regioni di montagna ad altitudini fino ai 1900 metri.

Sono molto tolleranti e sono generalmente semplici da coltivare, preferiscono una posizione riparata, in mezzo ombra, perché l’ombra densa può ridurre la fioritura ma facciamo attenzione al sole estivo. Il mio consiglio è di porre la pianta in ombra nei mesi estivi e in mezz’ombra nei mesi invernali. Se decidiamo di piantarla a terra, troviamo una zona in cui non riceva i raggi solari nelle ore centrali della giornata. Nonostante siano tolleranti a vari tipi di terreno, gli ellebori preferiscono suoli alcalini, ricchi di sostanza organica, umidi ma che drenino molto bene. Hanno radici profonde e per fiorire al meglio apprezzano concimazioni consistenti.

Possono crescere fino a un’altezza compresa tra 10 e 30 cm. Si adattano molto bene alla coltivazione in vaso purché s’impieghino vasi profondi.

I fiori possono persistere fino a due mesi, se la pianta viene tenuta nel luogo giusto e il clima è clemente. I colori dell’elleboro sono generalmente il bianco ed il porpora, ma esistono varietà con fiori che vanno dal rosa delicato, al verde, al crema.

La Rosa di Natale non necessita di potature se non per eliminare le parti secche e danneggiate. Si moltiplica per seme, oppure anche per divisione dei rizomi.

Anche se non in fiore durante i mesi caldi, gli ellebori producono molto fogliame, costituendo così piccoli cespugli decorativi.da Vita nei campi

Pubblicato in: friuli, luoghi, piante, reblog

Prodotti della terra

Oltre al rinomato bulbo resiano, nella Val di Resia si coltivano patate, fagioli, e altre orticole, e un po’ di grano saraceno (Jöjda), ortaggi che furono le principali coltivazioni anche in passato. Il grano saraceno per esempio, veniva consumato come polenta, costituiva l’alimentazione di base per la popolazione resiana. L’agricoltura si effettua nei piani vicini alle principali frazioni della valle e alcuni abitanti coltivano i propri orti anche in prossimità delle “planine” (stavoli di montagna).

Passeggiando per i boschi e prati della Val Resia, a seconda della stagione, si possono raccogliere diversi frutti: dai lamponi e more, alle noci e noccioline, nonchè altri preziosi doni della natura quali i fiori di sambuco, diverse varietà di funghi e numerose specie di erbe spontanee impiegabili, oltreché in erboristeria, anche in cucina o come pronto rimedio a piccoli malesseri.

https://www.ecomuseovalresia.it/cultura/tipicita/prodotti-della-terra/

Pubblicato in: piante

LA CAMOMILLA

 Proprio adesso, tra maggio e giugno, la camomilla riempie i prati e gli incolti con una marea di margheritine dai capolini dorati: è il momento giusto per raccoglierla.La camomilla (Matricaria chamomilla) è una piantina erbacea che si dissemina spontaneamente nei prati. Ama i luoghi caldi e il suo ciclo di vita dura solo un anno.
Il momento ideale per andare per prati a caccia di fiori di camomilla è un pomeriggio sereno, quando la pianta si è ben asciugata dalla rugiada mattutina e ha preso il sole della giornata. Per riconoscere la camomilla basta osservare che i capolini adulti, aperti, abbiano i petali abbassati, volti in giù, e, se strofinati, devono profumare intensamente del tipico aroma che conosciamo. Far essiccare i rametti di camomilla in luogo aerato ma ombroso e poi tagliare i capolini, da utilizzare entro l’anno. 

Pubblicato in: leggende, piante

Non ti scordar di me

Potrebbe essere un'immagine raffigurante fiore e natura
MIOSOTIS-NON TI SCORDAR DI ME

Un dì il Signore
dall’alto vide
la terra brulla e spoglia
cos’ gli venne voglia
di rivestire
di fiori
le spiagge, i colli
i monti e le pianure.

Tosto, per incanto
le margherite, i botton d’oro
rossi papaveri ed azzurri fiordalisi
le mammole ed i narcisi
l’erica e la ginestra
crebbero in tutto il mondo.

Ma poichè ogni pianta
ha bisogno di un nome
per far giusta distinzione
ad un angelo ordinò
in terra di volare
e dei nomi far distribuzione.

-Rosa-disse-giaggiolo
viola, serenella
anemone, mughetto, fior di leone
papavero, glicine, giglio, genzianella
convolvolo, narciso, fior della passione.

Quand’ebbe finito
di recitar
l’ultima strofa
del suo rosario di soavi nomi
e presso il Signor
s’accingeva a tornar
una flebile voce lo supplicò:
-Buon Angelo manco io
non ti scordar di me, mio Dio!-

Era un’ umile piantina
che essendo piccolina
dalle frasche nascosta
non era stata vista.

Trattenne l’angelo il volo
vide la piantina esile
e sorrise:
Non aver paura
. Non- ti – scordar. di- me
sarà il tuo nome
simbolo tu sarai
di amicizia sincera e duratura.

https://www.poesieracconti.it/poesie/opera-80163

Pubblicato in: cibi, friuli, piante

ASPARAGI SELVATICI

Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone, trecce e cibo
foto di Suzana Pertot

L’asparago selvatico (Asparagus acutifolius) è una piccola pianta sempreverde cespugliosa, perenne, della famiglia delle Liliaceae reperibile in tutto il bacino del Mediterraneo. I nomi comuni “asparago spinoso” e “asparago pungente” derivano dalle caratteristiche spine poste alla base dell’apparato fogliare; è pianta caratteristica della macchia mediterranea.

Da non confondersi con il luppolo selvatico o con i germogli di pungitopo (entrambi chiamati anche “asparagi selvatici”), i cui germogli vengono ancora oggi raccolti a primavera nelle campagne e nei luoghi incolti per farne ottimi risotti, frittate e minestre

I germogli dal sapore amarognolo sono spesso utilizzati in cucina per fare frittate o sughi; molto apprezzato il risotto con asparagi. Gli asparagi germogliano in primavera e sono molto più piccoli, ma anche più saporiti dei comuni asparagi coltivati; vengono raccolti allo stadio di getti immaturi (germogli), si possono cogliere più volte.
Occorre fare attenzione nella raccolta staccando accuratamente il getto dalla base, senza strapparlo o danneggiare il cespo sotterraneo; queste precauzioni permettono che il cespo produca ancora getti.
In stagione di primavera avanzata occorre sospendere la raccolta e permettere la normale vegetazione dello stelo, la produzione delle foglie spinose, la fioritura (e la fruttificazione). La vegetazione completa consente l’accumulo di sostanze di riserva nel cespo sotterraneo che alimentano la vegetazione dell’anno successivo; questa cura permette la sopravvivenze della pianta per molti anni.

L’Asparagus acutifolius può essere coltivato in orto mediante impianto dei cespi o per seme; l’impianto opportunamente condotto (concimazioni, diserbo, potatura di rinnovo degli steli, interruzione della raccolta a fine primavera) ha una durata poliennale. La raccolta dal coltivato evita il danneggiamento della flora spontanea.

da https://it.wikipedia.org/wiki/Asparagus_acutifolius

Pubblicato in: friuli, piante

Flora del Friuli

🌿 In #FriuliVeneziaGiulia tutta la FLORA SPONTANEA è PROTETTA

e a seconda della rarità ed importanza ecologica delle specie vengono adottate diverse misure di tutela e conservazione.🔎 La #RegioneFVG con legge n°9 del 2007, “Norme in materia di risorse forestali” che dà attuazione alla Direttiva comunitaria “Habitat” del ’92, nella sezione dedicata alla “Tutela della flora e della fauna di interesse comunitario e di interesse regionale”, prevede la deroga alla raccolta di alcune specie di piante spontanee nel rispetto di tradizioni, usi e costumi locali. Si tratta di piante o parti di esse, raccolte ad uso alimentare o fitoterapico che tradizionalmente fanno parte dell’identità stessa di una determinata area geografica.

ATTENZIONE

Si possono raccogliere solo le specie contenute negli Allegati C e D del regolamento e la raccolta deve essere effettuata nel rispetto del quantitativo giornaliero consentito e nelle modalità di raccolta. In particolare la raccolta viene consentita unicamente per la parte aerea della pianta, come foglie, fiori, frutti, ma evitando assolutamente di danneggiare l’apparato radicale o di asportare radici, tuberi, rizomi e bulbi.

RACCOMANDAZIONE

In un periodo in cui va molto di moda cibarsi dei “prodotti della natura”, la raccomandazione più importante è quella relativa alla sicurezza nostra e dei nostri cari. Si invita pertanto a documentarsi con scrupolo e raccogliere esclusivamente specie che si conoscono perfettamente, mantenendo sempre alta la concentrazione durante la raccolta, visto che varie piante eduli possono venir facilmente confuse con specie simili particolarmente tossiche.👉 Per approfondimenti http://bit.ly/FloraFauna_ProtetteFVG “Flora e Fauna protette del #FriuliVeneziaGiulia📷 © Roberto Valenti del Corpo forestale regionale – Asparago selvatico – Sambuco nero – Ruta -.da fb

asparago selvatico
sambuco nero

ruta