Sono partiti da lontano è vero ma oggi le distanze non esistono quasi più e i Magi a Bruxelles sono arrivati persino in anticipo.

https://gianfrancouberblog.blogspot.com/2022/12/tempo-di-regali.html
Sono partiti da lontano è vero ma oggi le distanze non esistono quasi più e i Magi a Bruxelles sono arrivati persino in anticipo.
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Tanti sorrisi e atmosfera raccolta ai primi due concerti d’Avvento che si sono svolti a Montemaggiore/Brezje e Canebola/Čenijebola a fine novembre, tra fede e tradizione, su impulso dell’Associazione/Združenje don Eugenio Blanchini.
Sabato, 26 novembre, il ciclo di piccoli momenti sacri in musica si è aperto a Montemaggiore, dove la liturgia della parola, presieduta dal diacono Paolo Comelli, è stata accompagnata dal canto sloveno del Coro parrocchiale di San Pelagio/Cerkveni pevski zbor Šempolaj, in comune di Duino-Aurisina/Devin-Nabrežina, diretto dal maestro Ivo Kralj.
Al termine della liturgia è seguito un breve concerto, moderato in italiano e sloveno da Marko Tavčar, e arricchito dai ricordi dei montemaggiorini Donato Sturma e Gina Tomasino, che sono intervenuti anche nel locale dialetto sloveno, tra l’altro ricordando i tempi in cui tanti anni fa, nella chiesa precedente al terremoto, le voci dei cantori del paese intonavano i tradizionali canti liturgici sloveni. Oggiogiorno in paese i residenti non sono più trecento, sono circa una decina, e il canto liturgico sloveno è una piccola fiammella, che vive nel ricordo dei paesani.
All’evento hanno presenziato anche la presidente del Consorzio boschivo di Montemaggiore, Cristina Milocco, e l’assessore allo sport del Comune di Taipana/Tipana, Michele Tomasino. Dopo il concerto si sono tutti riuniti per un momento conviviale nella vicina trattoria Montecarlo, da poco di nuovo attiva.
Grande emozione tra i presenti anche il 27 novembre, la prima domenica d’Avvento, nella chiesa di Canebola/Čenijebola. Qui a presiedere la liturgia della parola è stato Rino Petrigh, accompagnato dal canto del Coro parrocchiale di Caresana/Cerkveni pevski zbor Mačkolje, diretto da Matej Lazar e presentato da Niko Tul.
Anche a Canebola alla liturgia è seguito un breve concerto del coro, cui i canebolani hanno assistito con molta partecipazione. Nella chiesa, infatti, il tradizionale canto liturgico sloveno è ancora vivo insieme a quello italiano.
Prima della breve esibizione, moderata da Federica Bergnach, è intervenuto il vicesindaco di Faedis, Mauro Cavallo. Richiamando la convivenza di più popoli e lingue nello storico Patriarcato di Aquileia, ha ricordato la presenza, sul territorio comunale di Faedis, di italiano, friulano e sloveno, – quest’ultimo lingua tradizionale a Canebola. Al termine dell’evento è intervenuto anche il canebolano Gianfranco Topatigh, vicepresidente dell’Associazione Blanchini, che ha organizzato le liturgie della parola con concerto a Montemaggiore e Canebola in collaborazione con l’Unione dei cori parrocchiali sloveni di Trieste-Zveza cerkvenih pevskih zborov Trst nonché comunità e sodalizi locali, tra cui l’Associazione culturale Lipa.
Come già detto dai collaboratori del Blanchini a Montemaggiore, Topatigh ha spiegato anche a Canebola come questi piccoli concerti vogliano dare un segnale di speranza a comunità del territorio che spesso si sentono periferiche e che di solito non sono coinvolte in eventi di valorizzazione della cultura locale.
Anche a Canebola all’esibizione è seguito un allegro momento conviviale. Al Bar da Flavia si è cantato molto anche dopo il concerto.
La rassegna di concerti d’Avvento in collaborazione con le comunità locali prosegue ora nelle chiese di Cergneu Superiore/Černeja domenica, 4 dicembre, alle 11.00; Porzus/Porčinj, domenica, 11 dicembre, alle 14.30 nonché Masarolis/Mažeruola, domenica, 18 dicembre, alle 11.00. (Luciano Lister) dal Dom traduzione
Montemaggiore/Brezje
«Allora, ragazzi, che dite? Si fa questa pace?» «Eh, prima o poi bisognerà farla, sarà inevitabile!» «Sì, ma alle mie condizioni.» «No, alle mie!» «Rivoglio tutti i miei territori, compresi quelli che occupavo nel 1300.» «Stai scherzando? Quei territori sono miei, e li voglio dal primo all’ultimo.» «Faremo quello che dirà Volodia.» «Faremo quello che […]
Pace — marisa salabelle
I ricercatori discutono dei modi migliori per tenere a bada lo stress di un bambino durante le festività natalizie.
Anche i bambini soffrono di stress durante le vacanze — ORME SVELATE
di Alessandro Squizzato
L’Euphorbia pulcherrima nota come Poinsettia o Stella di Natale è una pianta ornamentale che appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae. La pianta è originaria del Messico. Il nome “Poinsettia” deriva da Poinsett, il primo Ambasciatore degli Stati Uniti appunto in Messico, il quale introdusse la pianta negli Stati Uniti nel 1825. “Pulcherrima” deriva dal latino e significa “bellissima”.
In natura riesce a raggiungere e superare l’altezza di 3 – 4 metri. Si tratta di un arbusto che, nelle regioni d’origine, a clima caldo, prospera nelle foreste tropicali dal sud di Sinaloa lungo l’intera costa del Pacifico, fino al Guatemala.
La sua bellezza è senza dubbio la fioritura ma, al contrario di quello che si può pensare, il suo fiore non sono le foglie colorate ma bensì quelle piccole gemme, i “ciazi”, di colore verde-giallo prive di petali che compaiono per tutta la durata dell’inverno all’apice dello stelo. Le fogliecolorate si chiamano bratee e si colorano man mano che la pianta raggiunge la maturità.
È una pianta brevidiurna, la sua fioritura avviene in pieno inverno quando le giornate sono più corte.
Mi permetto di consigliarvi di non comprala solo gli ultimi giorni prima del Natale ma di godervela anche a inizio del mese di dicembre. Facciamo però molta attenzione al momento dell’acquisto.
La pianta deve essere visivamente sana, vivace, le bratee devono essere brillanti, esposte in un luogo luminoso ed asciutto, con temperatura controllata.
Quando portiamo a casa una Poinsettia, lasciamola imbustata per il minor tempo possibile perché le buste di plastica favoriscono la muffa o botrite, posizioniamola in una zona luminosa e protetta dalle correnti d’aria dell’inverno e lontana da fonti di calore. Non sopporta gli sbalzi di temperatura che possono causare la caduta delle bratee. La pianta si mantiene più a lungo quando è tenuta tra i 16 e i 18 °C. Può resistere anche a temperature più basse, è possibile posizionarla anche all’esterno nelle ore centrali della giornata ( 1-2 ore) per mantenerla robusta ma non sopporta il gelo.
La Poinsettia va irrigata quando il terriccio si asciuga. Per essere sicuri di ciò, è sufficiente alzare la pianta e constatarne il peso. Meglio irrigarla da sotto, tenendo d’occhio il sottovaso e svuotandolo dopo una decina di minuti dall’apporto idrico. https://www.facebook.com/vitaneicampi
Il proverbio friulano della settimana
di Vita nei Vita Nei Campi
“Santa Luzìa il frêt al cruzia, di Nadl ul frêt mortàl, prin da l’an un frêt di cjàn” ovvero a Santa Lucia il freddo solletica, a Natale un freddo mortale e il primo dell’anno un freddo cane.
A conclusione del 2022, centenario pasoliniano, e alle soglie del 2023 che festeggerà i cento anni dalla nascita di Maria Callas, torna sugli schermi, al Teatro Pasolini di Cervignano – domenica 11 dicembre alle 18 – il film “L’isola di Medea”, scritto e diretto da Sergio Naitza, prodotto da Karel con il festival Lagunamovies e inoltre con Erich Jost Productions e la FVG Film Commission.
La proiezione viene proposta nell’ambito della rassegna 100×100 Pasolini, progetto-tributo a cura dell’Associazione Culturale Pasolini che riunisce CSS Teatro Stabile di Innovazione del Fvg, Associazione Culturale Euritmica e Cooperativa Bonaventura di Trieste. Alla proiezione domani interverrà il regista Sergio Naitza, e alle 20.30 seguirà la proiezione di “Medea”, di Pier Paolo Pasolini.
Dedicato all’incontro speciale fra Pier Paolo Pasolini e Maria Callas sul set di “Medea”, nell’estate del 1967, il documentario “L’isola di Medea” indaga sulla tenera amicizia sbocciata fra i due grandi artisti, in una visione d’amore irraggiungibile, intrecciando le voci di Ninetto Davoli, che condivise con Pasolini momenti privati e artistici, di Nadia Stancioff, l’assistente personale di Maria Callas, del Premio Oscar Dante Ferretti, che proprio con “Medea” esordiva firmando la sua prima scenografia. dei costumisti Piero Tosi e Gabriella Pescucci, del direttore di produzione Fernando Franchi, testimone di quel set; dell’atleta Giuseppe Gentile, all’epoca campione olimpionico di salto triplo, dell’attrice Piera Degli Esposti che debuttò con “Medea” nel ruolo di ancella, della scrittrice Dacia Maraini – che insieme a Pasolini, Moravia e Callas intraprese due lunghi viaggi in Africa – dello storico del cinema Roberto Chiesi, direttore del Centro Studi-Archivio Pasolini presso la Cineteca di Bologna, e inoltre della giornalista Alessandra Zigaina, che ha ripreso i racconti di famiglia intorno all’atmosfera del set e i ricordi del padre Giuseppe Zigaina, l’artista amico di Pier Paolo Pasolini.
I frammenti delle lettere e poesie che il regista e la cantante si scambiarono, letti da voci off, diventano immagine viva grazie alle illustrazioni di Davide Toffolo, e segnano come capitoli il documentario, approfondendo i dettagli di uno scambio sempre delicato e sincero. È sempre l’artista Davide Toffolo a firmare il manifesto del film, attraverso un’immagine iconica che raffigura Maria e Pier Paolo. La fotografia è di Luca Melis, il montaggio a cura di Davide Melis, le musiche originali sono di Marco Rocca. Premio Fellini per la migliore regia al Tiburon Film Festival – California, “L’isola di Medea” è stato proiettato al 23esimo Athens international Film Festival nella Danaos Hall e trasmesso da Rai5. Nel film affiorano anche le memorie dello scenografo Dante Ferretti: “Il rapporto di Pier Paolo Pasolini con Maria Callas lasciava intuire una forte amicizia, sembravano due innamorati – racconta Ferretti – Restavano spesso insieme anche la sera, dopo le riprese. A Pier Paolo Pasolini devo tutto: mi ha aiutato a maturare nel lavoro e a crescere come persona, mi ha dato fiducia chiamandomi per fare “Medea”, uno dei ricordi più belli della mia vita”.https://www.ilfriuli.it/articolo/spettacoli/al-pasolini-di-cervignano–l%E2%80%99isola-di-medea-/7/274972
Riceviamo e pubblichiamo Un viaggio alla scoperta delle tradizioni gastronomiche della regione legate al Natale, tra varianti familiari, gelosamente custodite, e influenze della Mitteleuropa: dal Toc in braide, ai cjarsons, passando per il muset e brovade fino alle trippe, per concludere con la gubana e un calice di Ramandolo o Picolit. Il giorno di Natale a unificare […]
Natale a tavola: le tradizioni gastronomiche natalizie del Friuli Venezia Giulia — Ottiche Parallele magazine
GIUDIZIO UNIVERSALE, APOCALISSE, INFERNO, PARADISO
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