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Quel carso felice

In questi giorni di caldo infernale stiamo guardando impotenti, impauriti, gli incendi che hanno distrutto il Carso, una terra severa, difficile, ma incredibilmente, selvaggiamente bella. Di qua e di là del confine il fuoco sta mangiando ettari ed ettari di bosco, la casa di tantissimi animali e minaccia le case.

Guardiamo attoniti l’impegno sovrumano che viene messo dai #vigilidefuoco e dai #gasilci. dalla protezione civile e da tantissimi volontari.

In questo frangente mi è venuta in mente una delle più belle poesie di Srečko Kosovel, il grande cantore del #Carso, una poesia che parla dei maestosi pini, piante secolari “come guardie sotto la vetta”.

Una poesia che riporto qui sotto con a fronte la traduzione di Michele Obit (pubblicata nella raccolta antologica Quel Carso Felice della Transalpina Editore, 2017) e di cui esiste anche una versione musicata da Alojz Srebotnjak che potete sentire nel link.

www.youtube.com/watch?v=FgoZ_P5Y1c8

Srečko Kosovel: Bori Srečko Kosovel: Pini (trad. di Michele Obit)

Bori, bori v tihi grozi, Pini, pini nel muto orrore,

bori, bori v nemi grozi, pini, pini nel silente orrore,

bori, bori, bori, bori! pini, pini, pini, pini!

Bori, bori, temni bori Pini, pini, tetri pini

kakor stražniki pod goro come guardie sotto la vetta

preko kamenite gmajne per le lande pietrose

težko, trudno šepetajo. sussurrano grevi e stanchi.

Kadar bolna duša skloni Quando l’anima sofferta si china

v jasni noči se čez gore, oltre le vette nella chiara notte,

čujem pritajene zvoke sento i suoni soffocati

in ne morem več zaspati. e più non so dormire.

«Trudno sanjajoči bori, “Stanchi sognanti pini,

ali umirajo mi bratje, muoiono forse i miei fratelli,

ali umira moja mati, muore forse mia madre

ali kliče me moj oče?» o è mio padre a chiamarmi?”

Brez odgovora vršijo Senza risposta mormorano

kakor v trudnih, ubitih sanjah, come gravati da sogni angosciosi,

ko da umira moja mati, come se morisse mia madre,

ko da kliče me moj oče, come se chiamasse mio padre

ko da so mi bolni bratje. e sofferenti fossero i miei fratelli.

da fb

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blog sul Friuli e le sue lingue

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