Pubblicato in: friuli, luoghi, turismo,

MONTE MATAJUR

Potrebbe essere un'immagine raffigurante natura

foto di Suzana Pertot

Il Matajur (Matajûr in friulanoMonte Re o Baba in dialetto sloveno locale) è una montagna delle Prealpi Giulie alta 1.641 m s.l.m. che si trova nella parte orientale del Friuli, sovrastando la città di Cividale.

Si ritiene che il Matajur fu scalato dal re longobardo Alboino quando, giunto in prossimità dell’Italia, lo risalì per ammirare le fertili pianure friulane che stava per invadere[1][2].

L’altura del Matajur, nel corso della prima guerra mondiale, fece parte dell’ultima linea di difesa italiana approntata dalla 2ª Armata per la protezione della pianura friulana in caso di sfondamento dei reparti combattenti nelle posizioni avanzate. Il monte passò alla storia in quanto, nel corso della battaglia di Caporetto, il tenente Rommel, il futuro feldmaresciallo, ne conquistò la cima.

Il 24 ottobre 1917, dopo un lungo bombardamento, il tenente Rommel, a capo di sei compagnie tedesche, lanciò una veloce offensiva, con la tattica dell’attacco a sorpresa, sul Colovrat e in breve tempo ne conquistò le cime. Invase quindi la vallata di Savogna ed attaccò il Matajur, difeso dalla Brigata Salerno.

Dopo 52 ore di marce sfibranti ed audaci combattimenti, ne conquistò la vetta facendo quasi 9000 prigionieri ed un enorme bottino di materiale bellico. L’avanzata del tenente Rommel fu uno dei più importanti episodi della battaglia di Caporetto perché fu determinante per la tragica ritirata italiana. Dal Matajur, Rommel proseguì, attraverso Longarone, la sua veloce avanzata fino al fiume Piave…CONTINUA https://it.wikipedia.org/wiki/Matajur

Pubblicato in: Senza categoria

AGRICOLTURA E BIODIVERSITA’

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, bicicletta e attività all'aperto

da vita nei campi

Agricoltura e biodiversità – Gli insetti impollinatori di Silvia Stefanelli«Se tutta l’umanità scomparisse, il mondo tornerebbe al profondo stato di equilibrio che esisteva diecimila anni fa. Se gli insetti scomparissero, l’ambiente crollerebbe nel caos.» Edward O. Wilson, biolog.oLa biodiversità permette ai sistemi agricoli di superare shock ambientali, cambiamenti climatici, pandemie. Consente di produrre cibo con un minore impatto su acqua e suolo e con meno input esterni, costosi e dannosi per l’ambiente.La perdita di biodiversità riguarda molti ambiti tra cui l’impatto sugli insetti impollinatori. Circa il 40% della produzione agricola mondiale proviene da colture che dipendono dal lavoro degli insetti. Tuttavia l’agricoltura industriale con l’impiego massivo di monoculture e l’uso indiscriminato di pesticidi ha compromesso la vita di molti insetti. Il 70% della biomassa degli insetti volatori è sparito in Europa negli ultimi 10 anni. In Europa ci sono 2000 specie di api, il 10% delle quali si stanno estinguendo, a causa dell’uso massiccio di pesticidi, la trasformazione del territorio e i cambiamenti climatici.Che cosa si può fare? Alcuni Comuni italiani, circa 70 nel 2019, si sono dati un regolamento comunale anti pesticidi. Quando la Regione Veneto ha esteso la DOC del Prosecco anche al Bellunese questo territorio ha dovuto scegliere se seguire il modello di produzione super intensivo dei vigneti del trevigiano oppure scegliere una nuova direzione. Il sindaco di Belluno ha scommesso sul coinvolgimento della popolazione e dei Comuni con l’obiettivo di creare la prima provincia biologica d’Italia.Sono state regolamentate le distanze dei trattamenti dalle abitazioni, sono stati messi al bando alcuni tra i fitofarmaci più nocivi per arrivare a un’agricoltura di qualità sana e rispettosa dell’ambiente. In Provincia di Trento il Comune di Vallarsa ha stato adottato il più rivoluzionario dei regolamenti anti pesticidi: qui sono gli agricoltori convenzionali a dover dimostrare di non causare danno all’ambiente e alla biodiversità. Altri Comuni adottano dei regolamenti anti-glifosato ed un regime biologico per la gestione del verde pubblico-urbano.Anche nella Regione FVG si dovrebbe perseguire un modello più sostenibile nei vigneti e nelle nuove piantagioni di Prosecco a tutela della biodiversità, degli insetti e della salute.In Friuli i pesticidi più utilizzati sono un erbicida (il Glifosato) e un fungicida e il Mancozeb quest’ultimo utilizzato ampiamente nei vigneti per combattere la peronospora. Ora da luglio 2021 il Mancozeb, sarà ritirato dal mercato per confermate criticità per la salute e per l’ambiente. Si può partire da qui per un cambio di rotta nei vigneti.Quali pratiche adottare a favore degli insetti impollinatori?- L’agricoltura biologica è considerata il metodo più compatibile con la conservazione della biodiversità- una diversificazione biologica del suolo lasciando una copertura erbacea che è utile per ostacolare la proiezione delle oospore di peronospora dal terreno sulle piante. – l’eterogeneità degli habitat è un supporto importante per combattere le patologie: prati magri diversificati, mucchi di pietre, elementi estensivi come siepi e filari arborei inseriti nella matrice viticola fanno diventare il vigneto un luogo d’attrattività per insetti, uccelli e piccoli animali. Rafforzano l’equilibrio ecologico e stimolano la ricolonizzazione dell’habitat da parte di antagonisti dei principali vettori di patologie- presenza di bordure erbacee spontanee attorno al vigneto perché può essere la parte più importante per la dinamicità ecologicaBibliografiaISPRA. La sperimentazione dell’efficacia del Piano di azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) perla tutela della biodiversità. IPBES. The assessment report on pollinators, pollination and food production. 2017Le farfalle della campagna. Osservarle e riconoscerle nel loro ambiente. Eliana FerioliBuone pratiche dei ComuniComune di Vallarsa http://www.liberidicoltivare.it/…/la-delibera-del…/Provincia di Bellunohttps://www.ladige.it/…/pesticidi-dopo-belluno-si-al…PETIZIONE EUROPEA PER RIDURRE I PESTICIDI IN AGRICOLTURAhttps://www.savebeesandfarmers.eu/ita/Progetto BEE SAFE WWF https://www.wwf.it/bee_safe/

2323Condivisioni: 5Mi piaceCommentaCondividi

Pubblicato in: arte,, cultura, friuli

Tutelati nuovi beni culturali in Friuli Venezia Giulia 8 giugno 2021

Nuovi beni tutelati in Friuli Venezia Giulia

dal MiC – Ministero della cultura 

Anche un edificio eclettico nel “borgo armeno” a Trieste e i dipinti murali del monumento ai caduti partigiani di Casarsa (PN)

Questo è l’esito della della Commissione Regionale del Patrimonio Culturale che si è riunita l’8 giugno 2021 presso il Segretariato regionale del Ministero della Cultura per il Friuli Venezia Giulia in Palazzo Economo a Trieste.

tre nuovi beni tutelati sono

  • ​due dipinti murali raffiguranti San Paolo e Santo Stefano, già Tomba monumentale ai caduti nel Cimitero di Casarsa della Delizia (PN)
  • edificio in via Tigor 9 a Trieste
  • sei mobili contenitori della collezione tessile delle Orsoline, già Monastero di Sant’Orsola a Gorizia

Il link per approfondimenti e immagini dei beni tutelati è

https://www.fvg.beniculturali.it/it/21/modulo-news/344/resoconto-della-seduta-n_-li-dell-8-giugno-2021

Alla seduta, presieduta dal Segretario regionale Roberto Cassanelli, hanno partecipato in qualità di componenti il Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio FVG Simonetta Bonomi, il Soprintendente Archivistico Luca Caburlotto e il Direttore regionale Musei FVG Andreina Contessa.

La Commissione Regionale Patrimonio Culturale è un organo collegiale con competenze interdisciplinari. È presieduta dal Direttore del Segretariato regionale; gli altri componenti sono il Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, il Soprintendente Archivistico, il Direttore della Direzione regionale Musei.http://vocedelnordest.it/?p=16370