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Torna Risonanze, il festival del “legno che suona” — PuntoZip

Boschi come sale da concerto, musica e bagni di gong, i grandi protagonisti della scena artistica e il turismo esperienziale. Scegliere un territorio ed entrare nel cuore di una valle per scoprire i segreti di un lembo di Italia di confine, dove tre culture si danno la mano. Questo è Risonanze 2021: Un festival che propone un’immersione…

Torna Risonanze, il festival del “legno che suona” — PuntoZip
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CITAZIONE

„L’autostima non si costruisce con feste e bei vestiti ma nei momenti difficili della vita.“ —  Paolo Crepet medico, psichiatra e scrittore italiano 1951

Fonte: https:/

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Paolo Crepet. Psichiatra e scrittore. Sociologo, educatore e opinionista.

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Del tarassaco, come per il maiale, non si butta via niente

da vita nei campi

di Roberto Zottar

Siamo di nuovo in ‘giallo’ non per altro, ma perché il paesaggio della regione al sole di primavera si colora con la fioritura del tarassaco. Dente di leone, dente di cane, soffione, piscialetto, “brusa oci”, “cicoria salvadega” sono alcuni dei nomi popolari del Taraxacum officinale, ovvero “tale”, “talate”, “arba”, “righesse” o “pissecjàn” secondo la tradizione linguistica dei paesi friulani e delle vallate carniche. È un’erba di campo dalle mille virtù, una vera “farmacia” vegetale con proprietà rinfrescanti e depurative, con tanti nomi quanti sono gli usi che se ne può fare. È un po’ come il maiale di cui non si butta via niente, tanto che la sapienza contadina lo ha saputo usare anche in cucina. Lo stelo si mangia come un asparago, bollito e condito con olio, mentre il fiore, fatto bollire con limone, zucchero e acqua diventa uno sciroppo, il cosiddetto “Sirop di tala”, riconosciuto come P.A.T. – Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Friuli Venezia Giulia, che oltre ad essere perfetto da spalmare sul pane, è indicato per tosse, raffreddore e mal di gola. “Il poc”, cioè la radice, si mangia in agrodolce, ma può essere anche tostata e usata come surrogato del caffè. I boccioli, chiamati anche ‘capperi di montagna’, si conservano sotto sale, mentre le foglie tenere ed amarognole si consumano crude o lessate assieme ad altre erbe per la frittata. Per poter apprezzarne al meglio il sapore, ma soprattutto per godere delle sue proprietà officinali, la ricetta più semplice è in insalata con uova sode e con un condimento di lardo sciolto con l’aggiunta di aceto o, secondo antica tradizione, con il siç, il siero inacidito. Per fare degli gnocchi molto gustosi saltate in padella 300 g di tarassaco pulito, salate, e passate poi grossolanamente al mixer. Aggiungete 200 g di ricotta, 3 uova, 100 g di farina, 60 g di grana, un cucchiaio di maizena, sale e pepe. Otterrete un composto sodo ma morbido da cui, con due cucchiai, realizzerete degli gnocchi da cuocere subito in acqua bollente salata. Per condire fondete del burro con foglie di salvia e anelli di cipolla e fatevi rosolare delle striscioline di pancetta. Servite gli gnocchi conditi, spolverizzati di formaggio e decorati con alcune foglie di tarassaco scottate e, se volete, un fiore giallo. In questo splendido primo piatto l’amarognolo dell’erba si sposa perfettamente con il dolce della ricotta e della cipolla e la sapida pancetta croccante completa il gusto.Buon appetito!