Trieste è il luogo dei luoghi. Che però non sono mai luoghi trasparenti e definiti, perché hanno sempre le loro ombre e i loro fantasmi. Che si chiamino paura del passato, il non accettare il presente e sospettare del futuro, perché se c’è un futuro, bisognerà chiarire tante cose, incominciando dall’identità. Trieste è un luogo concreto con tante anime, tanti problemi irrisolti, ferite ancora aperte, oscuri sensi di colpa e tradimenti ancestrali.
Jelinčič nei suoi racconti narra storie di Città vecchia, del tram di Opicina, dei rioni di San Giacomo, San Giovanni e San Giusto, ma anche i luoghi dell’anima e storie di personaggi veri, come quel Diego de Henriquez che bruciò in una bara nel suo magazzino con i suoi segreti, Franco Basaglia, il boia nazista Odilo Globočnik, James Joyce e Julius Kugy. Ma perché i fantasmi triestini sono gentili? Perché li salva la loro allegra superficialità e il non pensare al domani,perché l’oggi basta e avanza.
Dušan Jelinčič (Trieste, 1953) è un giornalista, scrittore e alpinista italiano di lingua slovena.
Biografia
Nato a Trieste da una famiglia della comunità slovena triestina (suo padre era Zorko Jelinčič, amico intimo di Vladimir Bartol e uno dei fondatori dell’organizzazione TIGR), si laureò in filologia moderna all’Università degli Studi di Trieste, giornalista caposervizio alla sede Rai di Trieste nella redazione in lingua slovena.
Nel 1986 Jelinčič prese parte alla spedizione Karakorum 86, diventando il primo alpinista del Friuli-Venezia Giulia a scalare un ottomila, il Broad Peak. Nel 1990 tentò la scalata dell’Everest partecipando alla spedizione Alpe Adria Sagarmatha e nel 2003 il Gasherbrum II[1].
Riportò le sue esperienze nel libro Le notti stellate (1994) con il quale riscosse un notevole successo, particolarmente negli ambienti italiani: il libro ebbe due edizioni e quattro ristampe e ricevette ben quattro premi letterari a livello nazionale (tra l’altro il premio letterario Giuseppe Acerbi). Il suo romanzo “Scacco al buio” (2002) gli valse il premio internazionale Scritture di frontiera (ex aequo con Predrag Matvejević).
L’opera letteraria di Dušan Jelinčič rientra nella tradizione della letteratura alpina Austro-ungarica, diffusa dagli inizi del Novecento, di cui è centro proprio Trieste, con autori quali Henrik Tuma, Julius Kugy, Klement Jug, Igor Škamperle, lo stesso Zorko Jelinčič, padre di Dušan, e per certi versi anche Vladimir Bartol.
Jelinčič è inoltre autore di numerosi saggi, pubblicati nelle più prestigiose riviste letterarie della Slovenia.
da https://it.wikipedia.org/wiki/Du%C5%A1an_Jelin%C4%8Di%C4%8D